News19/09/2022

L’Orto Botanico festeggia i primi 50 anni con il nuovo Giardino d’Inverno

L’Orto Botanico festeggia i primi 50 anni con il nuovo Giardino d’Inverno

Presentato il nuovo Giardino d’inverno dell’Orto Botanico “Lorenzo Rota”, uno spazio nel verde di circa 40mq, sufficiente ad ospitare oltre 30 persone, utilizzabile durante tutto l’arco dell’anno come aula didattica, eventi, laboratori e, nella stagione più fredda, anche come rifugio per alcune tipologie di piante.

 

Il Giardino d’inverno vuole essere una struttura in continuum con l’ambiente naturale, dalla forma compatta e leggera. La configurazione planimetrica del progetto mostra un’attenzione per il contesto, confermando il rispetto per le preesistenze e mantenendo le altezze in modo da non occultare la vista dei campanili e delle torri di Città Alta.

Il Giardino consiste infatti in una struttura in acciaio, con vetrata apribile su più lati per rendere funzionale e gradevole la permanenza, integrata nel contesto grazie alla nuova forma e al colore verde. Particolare cura è stata posta ai dettagli, dalla scelta della tonalità cromatica alle maniglie personalizzate con il logo dell’orto botanico.

L’opera è autonoma dal punto di vista impiantistico: nel controsoffitto sono presenti fasci di luce a LED regolabili nella loro intensità in base alle diverse esigenze, e sono presenti punti luce, prese e ulteriori predisposizioni per sopperire ad ulteriori necessità di utilizzo future.

A pochi passi dall’ingresso del Giardino d’inverno è stato realizzato anche un nuovo servizio igienico a disposizione dei visitatori, accessibile a persone con disabilità e attrezzato con fasciatoio e riscaldamento.

In fase di completamento, per la fine del 2022, è la Polveriera posta nella piazzetta all’ingresso che diventerà la nuova soglia verde dell’Orto Botanico.

Il “Torresino delle polveri”, così dovremo abituarci a chiamare questo edificio, è stato oggetto di un restauro completo attraverso interventi sulle falde della copertura, di restauro del portone di legno con l’integrazione di parti mancanti, di revisione dei sistemi di apertura e chiusura, di recupero e restauro delle inferriate.

All’interno è stata completamente rifatta la pavimentazione, con l’impiego di terra stabilizzata, e installati dei totem in acciaio predisposti per l’illuminazione in vista dell’utilizzo del luogo come spazio espositivo.

Le opere ancora mancanti, già affidate e in fase di cantierizzazione, prevedono il completamento della falda nord mediante il recupero delle lastre in pietra che compongono attualmente la pavimentazione della piazza che diverrà un’area a prato pedonalizzata.

Molte le novità quindi per l’Orto Botanico che festeggia così i suoi primi 50 anni e si prepara all’appuntamento Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

 

La storia

L’inaugurazione dell’Orto Botanico risale al 17 giugno 1972, mentre il progetto nasce nel 1969 a firma di Luciano Malanchini, ingegnere del settore Lavori Pubblici del Comune di Bergamo, e Guido Isnenghi, pittore e agrotecnico esperto di piante, coinvolto sin dal principio.

La realizzazione richiese 3 anni e coinvolse direttamente operai e giardinieri del Servizio parchi e giardini sotto la guida tecnica dell’ingegnere e quella estetico-botanica del pittore.

L’Orto, che quindi non ebbe un’origine accademica ma civica, nacque sulla spinta dell’interesse per i giardini botanici alpini che allora fiorivano in molte parti d’Italia, e del desiderio di conoscenza e conservazione della flora spontanea. La suddivisione delle piante era in settori tematici per ambiente con specie anche esotiche di origine orientale.

Fino al 2000, il pubblico ha potuto visitare una superficie di 1350 mq, quella posta sullo spalto più a nord delle Mura veneziane accessibile salendo e scendendo la Scaletta di Colle Aperto.

La progressione che si è succeduta nel nuovo millennio ha permesso di aggiungere dapprima i 400 mq dedicati alle Piante del Mediterraneo, poi altri 600 mq dedicati alle Piante e l’Uomo, a seguire ancora la piccola serra delle Succulente e, infine, l’area che i visitatori conoscono per le mostre dei tulipani in primavera e delle piante tropicali in estate.

Oggi, tutta la superficie a disposizione di circa 3.000 mq circa è allestita con 800 tra specie e varietà: 140 scalini conducono il visitatore a percorrere un dedalo di sentieri e a lasciarsi incantare dalla grande vista che si gode verso le Prealpi bergamasche, le colline bresciane e la pianura. Non a caso la sezione di Città Alta è chiamata ‘Una finestra sul paesaggio’.

La capacità espositiva è stata ampliata nel tempo grazie alle mostre temporanee in loco (legni, cereali, frutta antica ecc.) e successivamente, nel 2006, con la Sala Viscontea in piazza Cittadella e, dal 2015, con la sezione di Astino, la Valle della Biodiversità, che si estende per 20.000 mq.

Per quanto riguarda i flussi di visitatori, le statistiche, disponibili solo dal 1991, ci permettono di affermare che, con i 33.000 visitatori di quest’anno (dati fine agosto 2022), è stato raggiunto il numero di mezzo milione di persone in poco più di 30 anni (504.600). E il consenso aumenta, visto che sono stati raggiunti i valori pre-pandemici e rilevato un costante flusso di visitatori stranieri che costituiscono almeno il 50% delle presenze anche nei giorni feriali.

 

Alcuni progetti

Esporre piante è solo una delle funzioni di un Orto Botanico. Quello di Bergamo è sollecitato da progettualità che lo vogliono attivo su più fronti che hanno come riferimento le piante, ma in una cornice che punta alla sostenibilità ambientale.

È il caso del BeePathNet reloaded, progetto europeo (capofila il Comune di Lubiana) a cui il Comune di Bergamo partecipa come partner attraverso l’Orto Botanico con l’obiettivo di diventare città amica delle api, di sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza delle infrastrutture verdi e degli insetti impollinatori, di far scoprire come la città sia un insieme di ecosistemi integrati in cui la qualità ambientale è necessaria per tutti.

Un altro progetto europeo è INCREASE (capofila l’Università Politecnica delle Marche) interamente dedicato alla valorizzazione di alcuni prodotti, come fagioli, lupini, ceci e lenticchie, piante di straordinaria importanza perché ricche di proteine vegetali strategiche per affrontare il grande tema della sicurezza alimentare.

L’Orto è coinvolto come stakeholder a fianco della Comunità del Mais Spinato di Gandino per contribuire alla diffusione del progetto, alla raccolta di dati a partire da coltivazioni nella Valle della Biodiversità di Astino, e al raccordo con i cittadini che partecipano al progetto di Citizen Science.

Il progetto europeo Food Trails (capofila il Comune di Milano) che coinvolge vari settori del Comune. All’Orto è stato chiesto di partecipare alla cabina di regia e di supportare la programmazione delle attività con le scuole nell’ambito dell’educazione alimentare, visto che le materie prime sono spesso e volentieri di origine vegetale.

Per quanto riguarda i servizi educativi, il 2022-2023 vede già definiti circa 200 interventi nelle scuole, nonostante l’anno scolastico non sia ancora iniziata.

Infine, il progetto La Rava e la Fava finanziato da Regione Lombardia nell’ambito del Piano di sviluppo rurale per la conservazione di sementi dimenticati da decenni e che ora possono essere recuperati e coltivati in purezza. (Scheda di approfondimento allegata)

 

Le dichiarazioni

L’Orto Botanico di Bergamo è il museo vivo della città di Bergamo, uno spazio su cui abbiamo molto investito negli anni scorsi, non solo con la realizzazione del giardino di inverno e delle nuove strutture nella sede di Scaletta di Colle Aperto, ma anche con la realizzazione e l’ampliamento della Valle della Biodiversità, spazio di qualità della nostra città, insignito – all’interno della Valle di Astino – del premio del Paesaggio d’Europa 2021 da parte del Consiglio d’Europa.

Ma l’Orto Botanico non è solo piante: è anche cultura del cibo sano, uno strumento per costruire consapevolezza sui temi ambientali, climatici e dell’agricoltura urbana. Bergamo, insieme a Lucca, Trieste, per esempio, è tra le poche città a vantare un orto botanico comunale, in un panorama nazionale che lega gli orti a realtà universitarie e a parchi tutelati: credo che questo sia una caratteristica molto interessante, che rende più vitale e vivace la proposta del museo verde della nostra città. Buoni 50 anni all’Orto Botanico Lorenzo Rota, quindi.” Il Sindaco Giorgio Gori

“Nel 50esimo della istituzione dell’Orto Botanico ‘Lorenzo Rota’ è importante sottolineare il ruolo di conservazione, informazione, formazione ed educazione che quest’importante istituzione culturale svolge oggi per la nostra città.

Conservazione della biodiversità, con le sue collezioni di piante vive, oltre che con l’erbario; valorizzazione delle varietà anche rare e dimenticate, attraverso la coltivazione di ortaggi di locali che altrimenti andrebbero perse o scomparirebbero; cultura, con particolare attenzione per le proposte educative rivolte alle scuole; e informazione e promozione di nuove soluzioni e azioni virtuose tese a trasformare i comportamenti dei singoli individui e delle comunità in una direzione più sostenibile, contribuendo così al raggiungimento di alcuni degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Crediamo molto nella funzione educativa dell’Orto Botanico, tanto da investire su personale stabile come dimostra il concorso in atto per la selezione di un responsabile dei servizi educativi.

Un mondo, quell’Orto Botanico, ampio e variegato che comprende e va molto oltre la dimensione espositiva, elemento che resta comunque molto apprezzata dai bergamaschi e dai turisti sempre più numerosi.” Marzia Marchesi, Assessora al Verde pubblico

È un bel traguardo, mezzo secolo significa che questa istituzione è accettata dalla città. Siamo consapevoli di essere parte integrante della vita culturale di Bergamo e del nostro ruolo per la diffusione della cultura ambientale. Le piante del resto sono fondamentali per costruire e far funzionare gli ecosistemi e, se ci pensiamo bene, anche per il buon vivere: sono alla base del nostro sistema alimentare, dei rimedi farmacologici, della qualità degli spazi di vita ecc. E sono sempre di più sono invocate per risolvere i problemi dell’Antropocene.

Ne discende una riflessione sul senso di un Orto Botanico, siamo rilevanti per Bergamo? Possiamo contribuire a far crescere la consapevolezza sull’importanza del Regno delle Piante? Se 50 anni fa la missione dell’Orto botanico era principalmente far conoscere le piante e disseminare bellezza, a partire dalla più rare e affascinanti, oggi siamo impegnati nel comunicare i molti intrecci che le piante hanno con le nostre vite, costruendo reti per educare e tenere vivo l’interesse per questi organismi straordinari.”

Gabriele Rinaldi, Direttore dell’Orto Botanico

L’intervento (comprensivo di Giardino d’inverno, Polveriera, bagno e opere di messa in sicurezza) è costato circa 500.000,00 euro, ed è il risultato del lavoro di un team tutto al femminile del Comune: devo infatti ringraziare le architette Paola Innocenti, Maria Paola Maiellaro e Federica Bonetti, che in questi anni hanno predisposto il progetto e curato la direzione lavori con impegno, professionalità e pazienza. Abbiamo avuto infatti molti problemi con un’impresa appaltatrice, che dopo alcune difficoltà siamo riusciti ad allontanare dal cantiere. Con i nuovi appaltatori abbiamo rapidamente concluso i lavori (a breve terminerà il restauro della polveriera) e risolto i problemi che ci erano stati creati dalla precedente impresa. Oltre a lavorare sulla qualificazione degli spazi dell’Orto Botanico, stiamo anche promuovendo un ruolo attivo di questo servizio comunale nell’attuazione delle politiche ambientali e di gestione del verde. E questo è un valore aggiunto per la nostra città”. Silvano Armellini, Dirigente della Direzione Ambiente, Verde Pubblico e Mobilità.

 

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