News21/11/2023

Terziario: il fatturato non rallenta

Terziario: il fatturato non rallenta

Servizi ancora in crescita, accelera il commercio al dettaglio. Ancora un trimestre positivo per il settore a Bergamo, nonostante i dubbi degli imprenditori sulla tenuta della domanda. Prezzi in rallentamento, soprattutto nel commercio

 

I dati del terzo trimestre relativi alle imprese del terziario in provincia di Bergamo evidenziano variazioni positive del fatturato, il cui andamento interrompe il percorso di rallentamento in corso dalla seconda metà del 2022. Il miglioramento è evidente soprattutto nel commercio al dettaglio, dove la variazione su base annua accelera (+2,9%) e quella congiunturale torna in territorio positivo (+1%) dopo la flessione evidenziata nel secondo trimestre (-0,9%). Nei servizi l’incremento tendenziale del fatturato risulta invece in leggero ridimensionamento (+3,1%), ma la variazione su base trimestrale (+0,7%) conferma la velocità di crescita mostrata nel periodo marzo-giugno. Anche sul fronte dei prezzi si registrano segnali distensivi per quanto riguarda il commercio al dettaglio, dove si erano concentrati i rincari più elevati: l’incremento passa infatti dal +3% al +1,7%, mentre nei servizi il ritmo di marcia dei listini rallenta solo marginalmente (dal +1,6% al +1,5%). In linea con i dati a consuntivo, le aspettative evidenziano un maggior ottimismo tra le imprese del commercio al dettaglio, mentre nei servizi il clima di fiducia risulta in peggioramento.

Le imprese dei servizi con almeno 3 addetti attive in bergamasca mettono a segno l’undicesima variazione tendenziale positiva consecutiva (+3,1%), con incrementi che dalla seconda metà del 2022 hanno visto una progressiva attenuazione. Il profilo delle variazioni congiunturali, ossia calcolate rispetto al trimestre precedente, mostra invece una velocità di crescita che dopo aver viaggiato sopra l’1% tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 sembra ora essersi stabilizzata con incrementi prossimi al mezzo punto percentuale (+0,7% il dato del terzo trimestre). Si tratta di una dinamica allineata alla media regionale, dove si sono registrate variazioni tendenziale e congiunturale rispettivamente pari a +2,8% e +0,5%. Il numero indice provinciale, calcolato ponendo pari a 100 la media del 2010, raggiunge così quota 114,5, oltre venti punti sopra i livelli di fine 2019.

Servizi – provincia di Bergamo: principali indicatori trimestrali

2021 4T

2022 1T

2022 2T

2022 3T

2022 4T

2023 1T

2023 2T

2023 3T

Fatturato (1)

3,4

2,0

4,1

-0,3

1,3

1,2

0,6

0,7

Prezzi (2)

2,7

5,0

3,6

2,8

2,4

3,0

1,6

1,5

Addetti (3)

0,1

-1,7

0,5

0,7

0,4

1,6

2,4

0,1

Fonte: Unioncamere Lombardia, (1) variazione congiunturale destagionalizzata, (2) variazione congiunturale grezza, (3) saldo nel trimestre

Nella media del 2023 i comparti che hanno spinto maggiormente la crescita sono stati i servizi alle persone e le attività di alloggio e ristorazione, che beneficiano ancora della ripresa post Covid, mentre il commercio all’ingrosso ha registrato un calo dopo il forte incremento del 2022. I servizi alle imprese, che costituiscono il settore più rilevante dal punto di vista dimensionale, hanno infine mostrato una crescita in linea con la media.

I prezzi risultano ancora in aumento nel terzo trimestre, con una variazione congiunturale del +1,5% che conferma sostanzialmente la velocità di marcia registrata nella rilevazione precedente. Si tratta di incrementi ancora significativi, anche se decisamente inferiori a quelli che caratterizzavano il 2022, e che potrebbero condizionare l’evoluzione della domanda.

Sul fronte occupazionale, la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre risulta pari a +0,1%: al netto degli effetti stagionali la tendenza rimane positiva, ma evidenzia un rallentamento rispetto all’andamento evidenziato nel corso dell’ultimo anno.

Nonostante il segno ancora positivo archiviato dal fatturato nel terzo trimestre, gli imprenditori bergamaschi dei servizi restano dubbiosi sul proseguimento dell’attuale fase di crescita: il saldo tra previsioni di aumento e diminuzione per il prossimo trimestre è pari a -5, in ulteriore peggioramento rispetto al valore già negativo evidenziato nel secondo trimestre. Rimangono invece in area positiva le aspettative sull’occupazione (saldo pari a +5), sebbene anche in questo caso si evidenzi un lieve deterioramento del clima di fiducia.

Le imprese orobiche del commercio al dettaglio con almeno 3 addetti hanno dichiarato una crescita media del fatturato su base annua pari al +2,9%, in lieve accelerazione rispetto al secondo trimestre (+2,5%); la variazione congiunturale fotografa ancora più chiaramente il miglioramento, archiviando un incremento del +1% dopo il calo evidenziato nella rilevazione scorsa (-0,9%). Una dinamica simile, sebbene meno accentuata, si registra anche in Lombardia, che mette a segno un aumento del +1,7% su base annua e del +0,5 rispetto al trimestre precedente. Il numero indice provinciale sale a quota 98,7, circa dieci punti sopra i livelli pre-Covid.

Commercio al dettaglio – provincia di Bergamo: principali indicatori trimestrali

2021 4T

2022 1T

2022 2T

2022 3T

2022 4T

2023 1T

2023 2T

2023 3T

Fatturato (1)

1,3

-0,7

3,8

0,1

1,7

2,0

-0,9

1,0

Prezzi (2)

3,5

3,7

4,6

4,7

5,0

2,9

3,0

1,7

Ordini ai fornitori (3)

13,7

0,0

9,3

1,6

-0,8

5,6

-2,8

-3,9

Giacenze di magazzino (4)

1,9

6,3

5,1

6,3

8,5

7,1

4,2

7,8

Addetti (5)

0,6

-0,8

0,8

0,7

0,5

-0,2

0,8

-0,8

Fonte: Unioncamere Lombardia, (1) variazione congiunturale destagionalizzata, (2) variazione congiunturale grezza, (3) saldo giudizi aumento-diminuzione, (4) saldo giudizi esuberanza-scarsità (5) saldo nel trimestre

Un segnale importante giunge anche dal fronte dei prezzi, dove l’incremento trimestrale si attesta al +1,7%, un valore in netto rallentamento rispetto alle rilevazioni precedenti e che conferma il processo di rientro delle tensioni inflazionistiche, fattore essenziale per consentire la tenuta dei consumi.

Considerando i primi nove mesi del 2023, il fatturato è cresciuto soprattutto nei negozi alimentari e nei supermercati e minimarket: infatti, nonostante questi esercizi commerciali abbiano registrato gli incrementi più significativi dei listini, le famiglie riescono a comprimere i propri consumi alimentari solo con difficoltà, dato che soddisfano un bisogno essenziale. Viceversa gli esercizi non alimentari sono stati più penalizzati, poiché nonostante il minore incremento dei prezzi hanno risentito in misura significativa della perdita di potere d’acquisto da parte dei consumatori.

L’indicazione che proviene dagli ordini ai fornitori fornisce un segnale meno ottimista rispetto agli altri indicatori, con un saldo tra dichiarazioni di aumento e diminuzione che risulta negativo (-3,9 punti) e in peggioramento. Tornano inoltre a salire le scorte di magazzino, con un saldo tra valutazioni di eccedenza e scarsità pari a +7,8 punti che risulta comunque in linea con i valori pre-Covid.

Negativo il saldo occupazionale, che registra una variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre pari a -0,8%: questo indicatore ha evidenziato notevoli oscillazioni nel corso degli ultimi anni, anche per via di effetti legati alla stagionalità, ma il trend di fondo si è mantenuto comunque positivo.

Nonostante non tutti i segnali provenienti dall’indagine siano coerenti nel delineare un miglioramento del quadro congiunturale, le aspettative degli imprenditori del commercio al dettaglio per il prossimo trimestre sembrano orientarsi in senso positivo, in particolare per quanto riguarda il fatturato che archivia un saldo pari a +13 tra previsioni di aumento e diminuzione. Il dato risente del picco di vendite che caratterizza la fine dell’anno, ma appare comunque in miglioramento anche confrontato all’analogo periodo del 2022. Stazionarie invece le previsioni per quanto riguarda gli ordini e l’occupazione, che presentano saldi sostanzialmente nulli.

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni:La perdita di potere d’acquisto delle famiglie dovuta all’inflazione non si riflette nel fatturato del commercio alimentare, che rappresenta una spesa essenziale difficilmente comprimibile. Solo il rientro delle tensioni sui prezzi appena avviato determinerà effetti positivi sugli altri consumi. Sul fronte dei servizi, alloggio e ristorazione beneficiano ancora della ripresa post Covid e dell’anno di Bergamo Brescia Capitale della cultura italiana 2023”.

 

 

Credito foto: Copyright: ©panuwat

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