News13/05/2025
Dal 17 maggio al 6 luglio: Mostra “Apocalisse con figure”

Apocalisse con figure. Arte, cinema, fumetto, musica
a cura di Valter Rosa – visitabile fino al 6 luglio
Fra guerre e disastri, proiezioni catastrofiche e, per contro, attese e speranze di una riconciliazione non solo fra gli uomini, ma anche fra tutti gli esseri viventi, fra la terra e il Cielo, il tema profetico dell’Apocalisse, nell’accezione propria di «rivelazione» e in quella corrente di rovina totale e fine del mondo, torna a parlare e a colpire l’immaginazione proprio nei momenti di grandi conflitti e cambiamenti. Forse per questo la si considera opera di perenne attualità.
La mostra ripercorre, innanzitutto, alcuni episodi e figure locali della prima metà dell’800, quali l’abate Pietro Mola, il pittore Giuseppe Diotti e il poligrafo Bernardo Bellini.
Se ci proiettiamo nel ‘900 e in un contesto internazionale, è soprattutto la settima arte che sembra raccogliere l’eredità del testo profetico: le visioni dell’Apocalisse animano in particolare il cinema fra il 1957 e il 1962, quinquennio di grandi crisi geopolitiche, con l’incombente minaccia di un conflitto nucleare, e tornano ciclicamente dalla fine degli anni Settanta sino ad oggi, quasi senza soluzione di continuità, caricandosi di contenuti nuovi come il terrorismo, la crisi climatica, e le catastrofi naturali, peraltro già prefigurate nella cinematografia dei primi anni Sessanta.
Parallelamente l’immaginario apocalittico investe l’ambito del fumetto e più in generale tutte le comunicazioni di massa all’interno delle quali non sempre è possibile stabilire il confine fra gli allarmi profetici, motivati da istanze etiche e ragioni scientifiche, e i discorsi minacciosi dei «venditori di Apocalisse».
L’intento di questa iniziativa espositiva non è quello di sondare il contenuto teologico dell’Apocalisse di Giovanni – l’ultimo libro della Bibbia – o di inoltrarci nella lettura della sua complessa trama di simboli e allegorie, neppure quello di un facile rispecchiamento dei mali del mondo contemporaneo, ma di mostrare la migrazione e contaminazione delle immagini, dalle xilografie che ornavano le Bibbie tedesche del Cinquecento (qui esposte grazie al prestito della Fondazione Civiltà Bresciana) alle gigantografie dei cartelloni cinematografici, sino alle espressioni figurative e plastiche di uno scultore del nostro tempo, Aldo Falchi (Sabbioneta, 1935 – Mantova, 2020), interprete dei tormenti dell’homo sapiens.
Al visitatore il compito di spingersi oltre le immagini, dentro o intorno al libro profetico, anche con l’ausilio di iniziative collaterali di approfondimento.
La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso al Museo, con i medesimi orari:
Sono previsti eventi collaterali, che potete consultare nella pagina in aggiornamento: