News28/11/2024

Raccontare il sociale attraverso l’arte

Raccontare il sociale attraverso l’arte

Presentato il libro frutto di un percorso di narrazione delle operatrici dei Servizi sociali del Comune di Bergamo in Accademia Carrara

 

Presentato il libro “Raccontare il sociale attraverso l’arte”, a cura di Lucia Cecio, responsabile dei servizi educativi della Fondazione Accademia Carrara, e da Maria Grazia Panigada, esperta di narrazione museale, di patrimonio, di storie.

Il libro rappresenta l’esito di un percorso di narrazione, fortemente voluto dell’assessora alle politiche sociali Marcella Messina, e realizzato con la partecipazione di 18 operatrici, soprattutto assistenti sociali, del Comune di Bergamo.

Il percorso, che ha preso il via alla fine del 2023 e si è concluso nei primi mesi del 2024, ha previsto una parte laboratoriale, svolta in uno spazio neutro, finalizzata a preparare le partecipanti all’ascolto, al dialogo, alla dimensione di gruppo, e una seconda, presso l’Accademia Carrara in collaborazione con i Servizi educativi, dedicata alla scoperta e conoscenza delle opere presenti nelle sale, all’esplorazione individuale per iniziare ad orientare la scelta dell’opera e ad una successiva di gruppo si ritroverà per una osservazione condivisa.

Il progetto si è proposto l’obiettivo sia di favorire, attraverso l’apprendimento della tecnica narrativa e l’incontro con le opere d’arte, un percorso condiviso di ascolto emotivo e riflessione sulle proprie esperienze di lavoro (il rapporto con l’utenza, il contesto territoriale e istituzionale in cui si opera…); sia di portare le partecipanti a compiere insieme un’esperienza in grado di valorizzare la capacità di ascolto reciproco e di allargamento dello sguardo, intrecciando i loro vissuti e la ricchezza dei significati della propria professione al patrimonio culturale.

Il libro rappresenta inoltre un’opportunità per offrire uno sguardo privilegiato sul ruolo dell’assistente sociale, attraverso la narrazione che lo stesso fa di sé. Con il progetto si vuole rivelare e restituire dal di dentro la complessità di questo ruolo così delicato e prezioso per la comunità, ma anche spesso confuso per i cittadini che non hanno sempre chiare competenze, possibilità e tempi di intervento.

Da quest’esperienza sono nati racconti molto intensi presentati oggi anche attraverso il contributo delle autrici che hanno letto brevi brani e portato la loro testimonianza. Al termine della presentazione è stata organizzata, nelle sale del museo, una restituzione del progetto dal vivo, davanti alle opere.

Ne abbiamo parlato molto in questi anni del valore della cura, soprattutto durante e dopo il Covid-19, realizzando progettualità, dibattiti, incontri e percorsi rivolti a fare argine alla scia di precarietà e fragilità esistenziale che la pandemia aveva lasciato alle spalle. Ne abbiamo fatto anche uno degli asset tematici dell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023, ponendola all’attenzione di tutti come necessità di una città e di un territorio feriti tragicamente nel 2020 che avevano bisogno di ricucire fratture sociali, ricreare occasioni di socializzazione, ritrovare benessere, partecipazione attraverso relazioni di comunità.

Abbiamo fatto molto, moltissimo, ma sentivo che questo non era abbastanza. Ho avvertito l’esigenza di avere cura di noi, del gruppo di persone che lavorano nei Servizi sociali del Comune di Bergamo con cui, da oltre cinque anni, condivido impegni, traguardi e fatiche quotidiane.

Ho immaginato che potesse essere importante condividere un percorso formativo del tutto nuovo capace di mettere al centro la Bellezza e, attraverso questa, noi con il nostro vissuto professionale, di gruppo, ma soprattutto personale, emotivo, intimo. Ho quindi voluto costruire con l’Accademia Carrara un programma specifico che ha visto la partecipazione di un gruppo di persone che lavorano nell’assessorato, in gran parte assistenti sociali impegnate in differenti aree di intervento, da cui sono scaturite diciotto narrazioni.

Il frutto del progetto è nelle parole raccolte in questo volume dov’è possibile non solo scoprire come lo sguardo di ciascuno di noi sull’arte, e quindi sul mondo, sia davvero unico, ma come l’arte abbia la straordinaria capacità di evocare in noi tutte le emozioni e i significati, quindi i mondi, possibili.

E tra colori, figure, gesti, oggetti, tessuti, pieghe di luce, sguardi, scelti da ciascuno come spunto di riflessione, emergono le biografie di persone speciali, che io stessa ho potuto scoprire per la prima volta, ma anche narrazioni di vissuti lavorativi che danno il senso dell’investimento anche umano in quello che facciamo.” Marcella Messina, assessora alle politiche sociali

 

“Sono grata all’assessora Marcella Messina di avere voluto questo progetto, perché è stata per me un’esperienza professionale e umana profonda. Credo che i testi realizzati possano restituire, a chi li leggerà, cosa sta dietro alle persone che troviamo in un ufficio, in un servizio, in uno sportello di intervento. Nei testi si svelano con pudore e delicatezza i vissuti che precedono l’atto dell’incontro con l’utente, in particolare, quali cammini hanno portato la persona a fare una scelta di lavoro che mette così in gioco, oltre la competenza, la propria umanità. Ciascuna narratrice, nell’incontro con l’opera d’arte, ha messo in evidenza un aspetto per lei centrale, in alcuni casi ripetuto in diversi testi: il tempo, la comunicazione del corpo, l’autostima, il rispetto, il silenzio… Come un prisma dai tanti riflessi, l’insieme delle narrazioni produce un quadro d’insieme molto reale, sincero e vero.

È da più di dieci anni che con il mio gruppo di lavoro Patrimonio di Storie, realizzo progetti di narrazione legati al patrimonio. Sia se si tratti di grandi musei, come le Gallerie degli Uffizi o Brera, o di piccole realtà del patrimonio diffuso, ogni volta emerge una potenzialità straordinaria nel porre le persone davanti ad un’opera d’arte e cercare, attraverso l’osservazione, un incontro, un intreccio che permette di guardare l’opera con un senso di appartenenza profonda. L’incontro avvenuto in Accademia Carrara fra l’arte e chi opera nei servizi sociali è certamente una delle esperienze più significative a cui ho lavorato e sono grata per questo a tutte le narratrici sia per l’impegno personale, ma anche per la loro capacità di ascoltarsi ed essere gruppo.” Maria Graie Panigada, esperta di narrazione museale, di patrimonio, di storie e coordinatrice dell’intero progetto

 

“Sono sicura che l’esperienza Raccontare il sociale attraverso l’arte sarà generativa di nuovi percorsi perché professioni diverse ma ugualmente orientate alle persone si sono avvicinate trovando nel museo e nelle opere alleati e strumenti disponibili. La sinergia tra assistenti sociali e musei rappresenta un potente strumento di trasformazione sociale: entrambi possono contribuire a un sistema più giusto e inclusivo, dove la cultura non è solo un privilegio, ma un diritto accessibile a tutti. Lucia Cecio, Responsabile Servizi educativi Accademia Carrara.” Lucia Cecio, responsabile servizi educativi Fondazione Accademia Carrara

 

Hanno partecipato al progetto: Laura Visciglio, Paola Garofalo, Silvia Belotti, Luana Panariello, Elena Lazzari, Elena Scotti, Cristina Trussardi, Enza Castellana, Giulia Quarti, Maria Rosaria Vaccaro, Elena Stroppa, Pamela Mutti, Valentina Pagano, Valeria Carminati, Barbara Valoti, Sara Gamba, Valentina Favara, Paola Morandini.

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